martedì 15 luglio 2008

Leda e il cigno


La vicenda mitologica di Leda è interpretata da Leonardo a scopi pedagogici. L'intento è di insegnare il funzionamento neurocerebrale della percezione psichica (la ninfa) quando questa si accoppia con la conoscenza simbolica delle immagini (il cigno) associate alle sensazioni, alle emozioni e ai sentimenti (il cigno è il simbolo della metamorfosi della percezione in intuizione)

Le metamorfosi di Zeus/Nemèsi

La storia ha inizio quando Dea Nemèsi, la regina dell'oscurità subconscia e quindi dei sentimenti irrazionali, fugge alla corteggiamento amoroso di Zeus, interprete della conoscenza intuitiva della verità. Zeus è curioso ed eccitato dai gesti, dalle risposte e dall'abbigliamento estroso della donna che per sua natura fugge da ogni tentativo di conquista. Ma la sua fuga rivela un percorso obbligato. Prima Nemèsi si immerge nelle acque profonde, metafora delle emozioni inconscie, e qui viene raggiunta da Zeus che si trasforma in pesce. Poi cerca la fuga nell'aria trasformandosi in oca, ma Zeus non desiste dall'inseguimento e diventando un cigno riesce a sedurla e ad accoppiarsi con lei. Il percorso evolutivo tracciato dalla mitologia è lo stesso compiuto da ogni individuo che evolve nelle qualità femminili ed è in grado di trarre insegnamento dall'ascolto delle sensazioni corporee, dalle emozioni del cuore, fino a giungere a a nominare i sentimenti (l'oca nel cielo, simbolo di avvertimento psichico)

La vicenda di Leda

Dalla consapevolezza psichica dei sentimenti (l'oca) nascono due coppie di uova, simbolo della generazione di un nuovo "metabolismo" delle informazioni provenienti dal mondo psichico. I messaggi provenienti dai rapporti umani non rimangono inascoltati, ma vengono trasferiti ai due emisferi "inferiori" (Castore e Polluce) per essere filtrati e analizzati, e poi trasferiti alal corteccia superiore (Elena e Clitennestra). Solo in questo modo le informazioni sensoriali possono diventare fonte di conoscenza della Realtà (il segno dei Gemelli) e della Verità (il segno dei Pesci). Zeus non ha bisogno di andare all'Università per imparare a riconoscere i segni, i simboli e i gesti che comunicano i giochi dell'amore, del potere o le strategie di dominio messe in atto dai più furbi ed astuti (i gemelli) o dagli specialisti del settore (i pesci).

Zeus può rimanere un cigno e sviluppare la conoscenza intuitiva delle immagini, a patto che le uova siano deposte ai piedi di Leda, la bellissima ninfa emblema percezione psichica cognitiva". A differenza di Nemèsi , che ancora non è in grado di riconoscere la varietà infinuita delle parole con cui identificare le sensazioni, Leda ha la capacità di percepire la realtà e la verità al primo sguardo.

Leda e l'erotismo

Zeus abbraccia Leda con tenerezza. L'unione erotica di Percezione psichica (Leda) e Conoscenza simbolica (Zues) permette alle uova, simbolo di consapevolezza sensoriale, di dischiudersi e di far emergere Castore e Polluce, i due fratelli gemelli che rappresentano le funzioni cognitive dei due emisferi cerebrali collegati al sistema della percezione.

Castore è abile nella lotta e nei combattimenti fisici e quindi, per analogia, abile nel confronto dialettico, nell'opera di persuasione e di convincimento che si dispiega attraverso la scelta accurata delle parole e delle inflessioni della voce. Polluce invece è bravissimo nel domare i cavalli, simbolo per eccellenza dei processi cognitivi di elaborazione del sapere che evolvono dalla conoscenza tecnica e scientifica dei fenomeni.

Ma perchè Leda è rappresentata senza vesti? La percezione psichica della ninfa, quando si accoppia con Zeus, la conoscenza intuitiva delle immagini, è l'interprete di ogni storia, trama o racconto erotico. Chi è in grado di associare a ogni "simbolo" presenti nelle immagini (il collo, le labbra, la pelle...) un significato emozionale (gemelli) e cognitivo (i pesci) riesce ad andare oltre la dimensione corporea e psichica imposte dalle pulsioni istintive. Leda è amata da Zues perchè ha il talento di trasformare ogni "oggetto, vestito o trucco estetico" in bellezza, seduzione ed erotismo.

Leda madre di Elena e Clitennestra

La percezione psichica cognitiva di Leda ha il dono di generare la Bellezza di Elena, la donna in grado di far perdere la testa a tutti gli eroi della Tragedia greca. Leda è assimilabile alla capacità degli artisti e degli stilisti di moda di tradurre in bellezza ciò che lo sguardo avverte nell'aria, quaale bisogno di metamorfosi istintiva dell'anima femminile.

Quando invece la percezione di Leda si rivolge agli aspetti conflittuali presenti nella realtà, ecco allora che entra in funzione Clitennestra, simbolo della nascita dei sentimenti morali che scaturiscono dalle offese e dalle violenze subite. Moglie di Agamennone, Clitennestra si vendica del marito che sacrifica la figlia pur di sconfiggere i troiani, tagliandoli la gola.

Sintesi

Leda è l'emblema dell'anima psichica che, per quanto ingenua e disinformata, è in grado di svelare istintivamente la verità attraverso una delle funzioni primarie della percezione: l'autoavvertimento psichico cognitivo. L'autoavvertimento psichico "avverte" la presenza dell'inganno e della manipolazione (Castore e Polluce), della bellezza e dell'oltraggio morale (Elena e Clitennestra).

Le sensazioni fisiche sono il segnale d'allarme che avvertono la presenza degli aspetti deteriori di Hermes, protagonista in tutte le forme di comunicazione sociale, politica, economica o individuale. Il dipinto ha una funzione chiaramente pedagogica. L'anima psichica può evolvere in conoscenza simbolica della realtà se impara ad ascoltare le proprie sensazioni corporee ed avvertire, in forme corenti con la realtà, la presenza occulta dei simboli, delle parole e delle immagini che hanno la funzione di "alterare" il senso critico, la percezione sensoriale e l'analisi razionale dei fatti.

Ecco allora che "Castore e Polluce" (i due emisferi cerebrali) possono divenire alleati della percezione, poichè incrociando l'analisi delle immagini con la conoscenza dei simboli, degli archetipi e delle tecniche di manipolazione, è possibile per tutti indagare le verità volutamente nascoste allo sguardo.

Lo stesso concetto viene ribadito da Collodi nella favola in cui il burattino di legno, metafora di uno stato incompiuto di coscienza critica, viene ingannato dall'abilità oratoria del gatto (Castore) e dall'immaginazione intuitiva della volpe (Polluce). Ma questa è un'altra storia... adatta per coloro che si illudono, come Pinocchio, che le "monete d'oro" crescano sotto l'albero dei desideri.

domenica 8 giugno 2008

Atalanta e Ippomene


L'immagine dipinta da Guido Reni descrive la vicenda mitologica della ninfa Atalanta e del suo pretendente Ippomene. Atalanta è velocissima nella corsa e sfida i suoi corteggiatori a gareggiare con lei mettendo in palio la sua illibatezza in caso di vittoria, oppure il sacrificio della loro vita in caso di sconfitta.

Ippomene vuole a tutti i costi "congiungersi" con lei, ma ha timore di fallire, di perdere la scommessa e con essa la vita. Afrodite, Dea della percezione cognitiva, accorre in suo aiuto e gli dona tre mele d'oro da disseminare lungo il percorso allo scopo di attrarre la curiosità della ninfa, abile nella percezione rapida degli elementi in gioco e curiosa di scoprire tutte le "ultime novità". La ninfa è sicura della vittoria e concede a Ippomene un certo vantaggio, sufficiente al giovane per "collocare" le tre mele lungo il "sentiero" (della conoscenza di sè), riuscendo così a "frenare" la corsa di Atalanta e vincere la gara.

La vicenda è una metafora del processo di evoluzione della percezione psichica (la velocità della ninfa) in consapevolezza, conoscenza e coscienza di sè (le tre mele d'oro). La percezione psichica è rapida nell'afferrare le situazioni più favorevoli allo sviluppo materiale dell'individuo, ma , nello stesso tempo, è superficiale. Lo sguardo della "ninfa" si posa sulle copertine dei libri o sulle pagine patinate delle riviste di moda, ma non è ancora in grado di concentrarsi un pò più a lungo sulla lettura , l'analisi e l'interpretazione dei testi e delle immagini, ma Afrodite, Dea dell'estetica sensoriale proiettata dalle immagini, conosce l'Arte in grado di "costringere" l' anima psichica a soffermarsi sui valori morali, etici e spirituali contenuti nelle opere degli artisti e dei filosofi del Rinascimento alchemico.

Le "tre mele" emettono, una dopo l'altra, le frequenze dell'Eros, della Bellezza e della Verità (l'oro alchemico) contenute nelle opere dell'arte alchemica (arte,mitologia,favole) allo scopo di educare l'anima a riflettere sui principi della trasformazione della percezione psichica in comprensione e conoscenza della Verità, così - come- si - presenta -al - primo - sguardo.

lunedì 28 aprile 2008

Venere tradisce Vulcano


La mitologia descrive nelle vicende amorose degli Dei schemi di trasformazione dell'energia psichica (la coppia Venere(Marte) in energia mentale (Venere/Mercurio) e infine in energia "spirituale" (Venere/Zeus).

Ogni passaggio richiede una particolare iniziazione e ogni iniziazione individua un particolare percorso dell'energia all'interno del corpo umano a cui corrisponde un conflitto tra l'eroe e le divinità malefiche che presidiano "fiumi, laghi, mari e montagne".

Ma se l'eroe (Eracle, Perseo, Ulisse) deve affrontare le terribili creature generate dall'energia psichica all'interno della testa (il cervelletto di Ercole, il mesencefalo di Perseo, i due emisferi di Ulisse), la natura femminile (Pandora,Venere e Proserpina) deve invece affrontare il rischio di aprire il vaso del male (Efesto), di provocare la gelosia degli Dei (Vulcano) e infine di esplorare la natura sotterranea del subconscio, dell'inconscio e dell'iperconscio (Ade).

Nel mondo dei sentimenti corporei, ritenuti il carburante naturale di ogni trasformazione (Lo solfo), Venere provoca amori, passioni e sciagure. E' facile dire alla donna (l'anima sensoriale di Venere) di ricondurre il desiderio psichico alla realtà delle evidenze razionalmente comprese ed assimilate (la rete di Vulcano), ma non è così facile accontentarsi di "vivere secondo ragione". La ragione dell'anima (Venere sposa di Vulcano) non si preoccupa del tempo futuro, ma cerca la felicità nel momento presente, qui e ora. La ragione dell'anima non è incline ai sacrifici, perché sa bene che la vita è breve e deve essere vissuta al massimo delle proprie possibilità interiori. La razionalità è un peso, una limitazione e un vincolo, per quanto la ragione possa essre flessibile e disponibile alla comprensione.

Nel cuore degli alchimisti che rincorrono l'amore, il denaro, il sesso e il potere della libertà da conquistare subito, in questa vita, senza ulteriori attese ragionevoli, avviene una significativa inversione dei "poli magnetici, per cui Venere, fedele sposa di Vulcano", decide un bel giorno di tradirlo per l'aitante e coraggioso Marte. La vicenda del tradimento di Venere non è un atto superficiale. Vulcano è il fabbro che trascorre tutto suo tempo nella fucina del cranio, insieme ai suoi cinque aiutanti (i sensi della mente); non si concede mai una tregua, una vacanza, un weekend di leggerezza e di divertimento con la moglie ed è quindi "logico" che l'anima, per quanto evoluta e propensa alla crescita intellettuale, ricerchi invece una espressione creativa della pulsione psichica. Che sia sesso, arte o autoespressione creativa poco importa. La coscienza solare di Apollo, emblema di una "raggiante" conoscenza della natura umana, informa che l'anima è per sua natura incline al godimento e rifiuta il sacrificio della pulsione creativa, pena l'insorgere della malattie psicosomatiche.

Velazquez riprende il tema del tradimento di Venere e dipinge Apollo mentre entra nella fucina di Vulcano per informarlo che la bellissima e giovane moglie è fuggita con Marte, proprio nel momento in cui il fabbro sta ultimando la forgiatura della corazza di Marte.
Entrambi recidivi, pulsione psichica (Venere) e libido sessuale (Marte) "scappano" di corsa dal mondo dell'alchimia spirituale. La vita è breve....non c'è più tempo per dedicarsi allo sviluppo della mente in intelletto...siamo ciò che siamo; la gioventù se ne va in fretta, la maturità è sterile, la vecchiaia incalza e il tempo prende il sopravvento.

Amore, denaro, sesso e libertà sono i quattro assi della croce su cui gli alchimisti rinascimentali fissano la propria mente. La Chiesa aveva ragione a paragonarli al diavolo...chi cerca la verità non trova Dio, ma l'uomo e la sua finitezza.

Venere sposa di Vulcano


Nella filosofia rinascimentale l'anima alchemica è lo stadio finale di un processo di metamorfosi della pulsione psichica (paura, insicurezza, desiderio) in consapevolezza istintiva (Eva), sensoriale (Venere), cognitiva (la Vergine dell'Annunciazione) e infine "spirituale" (la Madonna) dei sentimenti corporei, considerati in gergo alchemico l' acqua di vita, l'acetum fortis e il lac Virginis in grado di trasformare qualunque "rospo" in "Principe".

L'imperativo delfico "Conosci te stesso", tradotto da Nicolò Cusano in "Se tu sarai tu, Io (Dio) sarò tuo", e nel moderno invito ad essere sempre "se stessi", inizia ad avere un senso se l'anima sperimenta di essere figlia di una "madre terribile", dal cui grembo fuoriescono ininterrottamente "istinti, pulsioni e libido". Non a caso in quasi tutte le favole alchemiche elaborate nel periodo barocco, la protagonista è una bambina, una fanciulla o una giovane donna che si allontana dalla madre (Cappuccetto rosso), oppure rimane orfana (Biancaneve- Cenerentola ), mentre in una versione napoletana di Gatta Cenerentola la protagonista giunge persino ad ucciderla.

Il distacco dall'ombelico materno segna simbolicamente l'inizio di un viaggio di "conoscenza di sè" descritto dalla mitologia greca in tre vicende che collegano la dimensione corporea dell'anima , raffigurata sempre da una donna, con la dimensione celeste rappresentata da un "Signore del Karma".

I "signori del Karma" (Efesto, Vulcano e Plutone) sono sempre presenti sulla soglia di iniziazione dell'anima a uno stadio dimensione superiore di comprensione e incarnano prove, crisi e fallimenti in grado di ricondurre l'individuo sul sentiero della trasformazione interiore, concepita fondamentalmente, nella mistica religiosa, come un percorso di "metamorfosi dell'anima" (Maria) e di "redenzione dell'Io" (Il figlio di Dio). Marte/Efesto è il karma generato dai desideri che istigano l'anima psichica (Pandora) ad agire in forme contraria alle leggi degli uomini e alle leggi spirituali. Saturno/Vulcano è il Karma generato dalla ragione che procede attraverso meccanismi di razionalizzazione del pensiero e rende l'anima sensoriale (Venere) incapace di riflessione morale, etica e spirituale. Plutone/Ade, infine è il Signore del Karma generato dalla Volontà dell'anima (Proserpina) di realizzare bisogni, necessità e desideri atteraverso una precisa intenzionalità finalizzata allo scopo.

Venere e Marte cadono nella rete di Vulcano


La ben nota contrapposizione tra la ragione e le passioni, a cui si aggiunge il vecchio interrogativo se la ragione sia schiava delle passioni o se invece le passioni possano e debbano essere ricondotte sotto il dominio della ragione, risale alle antiche idee schematiche sulla gerarchia delle facoltà umane. La letteratura ha enfatizzato nel recente passato la dicotomia cerebrale peculiare delle donne che si trovano a vivere il conflitto tra "Ragione e Sentimento" (J. Austen), oppure tra "Passione, Ragione e Volontà" (Via col Vento).

Siamo stati educati a superare ogni conflitto con la Volontà. Ciò non significa che il desiderio o la ragione siano aboliti o respinti a un livello inferiore; entrambi restano al loro posto. La nascita del moderno è segnata simultaneamente dalla scoperta del "nuovo Mondo" e dalla scoperta che esiste qualcosa nell'uomo che può dire sì o no ai precetti della ragione. Non si cede al desiderio e alla passione per ignoranza o debolezza, ma per volontà.

Il Cattolicesimo ha cavalcato l'onda lunga di questo approccio razionale alla realtà, al punto che la "libertà del volere" gioca un ruolo importante nel pensiero filosofico e religioso cristiano post rinascimentale. In realtà tale modo di concepire la dinamica dell'Homo interiore non si poneva nei filosofi dell'antichità.
La volontà funge da arbitro tra la mente che conosce e la carne che desidera, ma non libera l'uomo. In questo ruolo la volontà di agire o di non agire è libera, ossia può giungere ad esprimersi in assoluta spontaneità. Tuttavia, come ben sappiamo, anche se la volontà è libera, l'uomo fatto di carne e di intuizione, benché possieda questa facoltà elevata di decisione, non è affatto libero.

La mitologia giunge ad affermare concetti di trasformazione della "materia carnale" non diversi da quelli espressi dalla spiritualità alchemica orientale. Il desiderio carnale (Venere) deve prima essere risolto e soddisfatto affinché l'istinto sessuale (Marte) possa essere compreso e assimilato in comportamento consapevole (cerebralizzazione degli istinti).
Solo così la coppia alchemica maschio-femmina (Venere e Marte) può cadere nella rete tesa dalla ragione alchemica (Vulcano), capace di restituire, al contempo, spontaneità e libertà di autoespressione nonostante la presenza di una indispensabile rete di autolimitazione delle pulsioni.

Nel dipinto realizzato da Marteen van Heemskerck, "Vulcano mostra agli dei Marte e Venere nella rete", (1540) , Zeus, simbolo della ragione discorsiva, aperta e disinibita, in grado di educare attraverso l'arte e la mitologia, mostra la trasformazione del serpente (libido) in uccello (percezione), mentre Venere "guarda" dentro la "cinepresa" e congiunge il medio con l'anulare, a significare l'imminente unione di conoscenza delle pulsioni e autocoscienza alchemica, principio di libertà e fondamento della vera volontà.

giovedì 3 gennaio 2008

L'anima sensoriale


L'Arte alchemica immaginata dagli artisti rinascimentali reinterpreta la mitologia greca alla luce di una rinnovata conoscenza della fisiologia umana ereditata dagli arabi. La mitologia descrive per metafore, allegorie e simboli un particolare "processo evolutivo" dell'energia psichica (la bile nera) in consapevolezza, comprensione e conoscenza corporea (l'anima sensoriale).

E' attraverso lo sviluppo di queste "potenze" che l'anima sensoriale istintiva di Arianna si avventura nel labirinto psichico tenendo per mano il filo della consapevolezza delle sensazioni corporee che si dipana dal cuore di Teseo. E' per mezzo della comprensione generata da Eros che l'anima di Psiche giunge a desiderare di vedere il volto dell'amato e comprendere così la possibile trasformazione delle emozioni in sentimenti cognitivi. E' tramite il lunghissimo filo della conoscenza dei sentimenti filato da Penelope che Odisseo (Nessuno) può avventurarsi alla ricerca della verità alchemica.

Circe diventa così l'emblema della trasformazione dell'istinto sessuale in amore, mentre l'atto di resistere al canto ammaliatore delle sirene sta a significare la possibile trasformazione della pulsione sessuale in coscienza di sè. La rinuncia ad soddisfare nell'immediato gli istinti ( i compagni trasformati in porci da Circe), le pulsioni (le sirene) e la libido di utilizzare i poteri del terzo occhio finalizzati al dominio del territorio (Polifemo ha un solo occhio e si nutre di agnelli, simbolo dell'anima sensoriale) ha l'effetto di procastinare la gratificazione sensoriale e di creare un intervallo di tempo tra azione e pulsione (consapevolezza), pulsione e soddisfazione (coscienza).

A Odisseo è necessario un intervallo di tempo di 19 anni per poter impugnare il mitico arco della percezione cognitiva della realtà, così come servono 19 anni per distruggere Troia (l'ego dell'anima sensoriale) e sconfiggere Achille, emblema della consapevolezza di sè accecata dall'ira e dalle passioni.
Occorrono quindi tre stadi di evoluzione, tre intervalli di tempo, affinchè l'anima sensoriale possa evolvere nelle sue potenze: consapevolezza, comprensione e conoscenza corporea.
Afrodite, dea dell'Arte alchemica, dona tre mele a Ippomene per aiutarlo a vincere la ninfa Atalanta nella sua folle corsa verso il nulla, la solitudine e la desolazione dei rapporti. Ippomene le dissemina nel percorso per incuriosire e obbligare alla sosta la velocissima ninfa, incapace di riflettere sul significato evolutivo delle sensazioni, delle emozioni e dei sentimenti corporei.

Bacco sintetizza l'alchimia dell'anima sensoriale: il calice di vino sospeso allude a un processo di distillazione delle sensazioni corporee, di attesa e riflessione. L'uva , simbolo delle emozioni, cinge la testa , mentre un drappo nero avverte l'osservatore che la Nigredo degli istinti, delle pulsioni e della libido può avvenire attraverso le potenze di Venere e cioè senza rinunciare al piacere delle sensazioni, al godimento delle emozioni e alla trasformazione dei sentimenti corporei in creatività e coscienza.

sabato 29 dicembre 2007

Inno a Zeus


L'Inno a Zeus dello stoico Cleante (III°sec.a.C) é una delle più elevate preghiere dell'antichità. Tradizionalmente viene suddiviso in: una invocazione preliminare (1-6), i titoli e le imprese del Dio (7-31), una preghiera finale (32-39). Lo Zeus di Cleante non é la personificazione di una forza cieca ma la legge universale che tutto amministra con giustizia : giusta é la sua potenza. Non c'é l'odio biblico per i malvagi e per i nemici: il fulmine, simbolo del la sua potenza, può ferire ma anche guarire. I malvagi possono rinsavire dalla loro "follia" e i nemici "divengono amici". In fondo la loro colpa principale é l'ignoranza. E proprio questo chiede con insistenza Cleante al suo Dio potente ma misericordioso: Salva gli uomini dalla loro funesta ignoranza.




O più glorioso degli immortali, sotto mille nomi sempre onnipotente,
Zeus, signore della natura, che con la legge governi ogni cosa,
Salve; perché sei tu che i mortali han diritto d'invocare.

Da te infatti siam nati, provvisti dell'imitazione che esercita la parola,soli tra tutti gli esseri che vivono e si muovono sulla terra;
Così io ti celebrerò e senza sosta canterò la tua potenza.

É a te che tutto il nostro universo, girando attorno alla terra,
Obbedisce ovunque lo conduci, e volentieri subisce la tua forza;
Così grande é lo strumento che tieni tra le tue mani invitte,
Il fulmine a due punte, fiammeggiante, eterno.

Sotto i suoi colpi, tutto si rafferma; per suo mezzo reggi la Ragione universale, che attraverso tutte le cose circola, mista al grande astro e ai piccoli;grazie ad esso sei diventato così grande ed eccoti re sovrano attraverso i tempi.
Senza di te, o Dio, non si fa niente sulla terra, né nel divino etere del cielo, né nel mare, tranne che quel che ordiscono i malvagi nella loro follia.

Ma tu sai riportare gli estremi alla misura, ordinare quel che é senz'ordine, e i tuoi nemici ti divengono amici.
Perché tu hai armonizzato così bene insieme il bene e il male
Che vi é per ogni cosa una sola Ragione eterna.

Quella che fuggono e abbandonano i perversi tra i mortali,
Disgraziati, che desiderano senza sosta il possesso dei (pretesi) beni,
E non badano alla legge universale di Dio, né l'ascoltano.

Mentre, se le obbedissero con intelligenza avrebbero una nobile vita;
Da se stessi si gettano, insensati, da un male all'altro;
Questi, spinti dall'ambizione, alla passione delle contese;
Quelli, volti al guadagno, senza alcun principio;

Altri, sfrenati nella licenza e nei piaceri del corpo,
(Insaziabili) vanno da un male all'altro
E fan di tutto perché succeda loro proprio il contrario di quel che desiderano.

Ah! Zeus, benefattore universale, dai cupi nembi, signore della folgore,
Salva gli uomini dalla loro funesta ignoranza;
Dissipa questa, o padre, lungi dalle loro anime; e concedi loro di scorgere il pensiero che ti guida per governare tutto con giustizia,

Affinché, onorati da te, ti rendiamo anche noi grande onore, cantando continuamente le tue opere, come si conviene ad un mortale, poiché né per gli uomini é più grande privilegio né per gli dèi, di cantare per sempre, nella giustizia, la legge universale.